Codice Civile
1176
Art. 1176: Diligenza nell’adempimento
.
Nell’adempiere l’obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia(1).Nell’adempimento delle obbligazioni inerenti all’esercizio di un’attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell’attività esercitata 2104, 2145 comma 2, 2174, 2224 comma 1, 2232, 2236.
“Articolo 1176 Codice Civile
Obbligo di Diligenza Generale:
Il debitore deve adempiere alle sue obbligazioni con la diligenza di una persona media e prudente.

Diligenza Professionale Specifica:
Nelle attività professionali, la diligenza deve essere valutata in base alla natura e agli standard dell’attività svolta.

Collegamento alla Professione di Psicologo e Psicoterapeuta
Standard Elevati: Psicologi e psicoterapeuti devono seguire alti standard di competenza e prudenza, secondo le pratiche professionali riconosciute.
Codice Deontologico: Devono aderire al Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, che stabilisce norme di comportamento e competenza.
Responsabilità: La diligenza include aggiornamento professionale continuo e applicazione delle migliori pratiche per evitare danni ai pazienti.
In sintesi, gli psicologi e psicoterapeuti devono operare con la massima cura e secondo gli standard professionali specifici del loro campo per adempiere adeguatamente alle loro obbligazioni.”

Codice Civile 1341  

Art. 1341: Condizioni generali di contratto.

Le condizioni generali di contratto [1342, 1679, 2211] predisposte da uno dei contraenti(1) sono efficaci nei confronti dell’altro, se al momento della conclusione del contratto(2) questi le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle usando l’ordinaria diligenza [1176, 1370].In ogni caso non hanno effetto, se non sono specificamente approvate per iscritto, le condizioni che stabiliscono, a favore di colui che le ha predisposte, limitazioni di responsabilità [1229], facoltà di recedere dal contratto [1373] o di sospenderne l’esecuzione [1461], ovvero sanciscono a carico dell’altro contraente decadenze [2965], limitazioni alla facoltà di opporre eccezioni [1462], restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti coi terzi [1379, 1566, 2596], tacita proroga o rinnovazione del contratto [1597, 1899], clausole compromissorie [808 c.p.c.] o deroghe alla competenza dell’autorità giudiziaria [1370; 6, 28, 29, 30, 413 c.p.c.](3). Articolo 1341 Codice Civile
Conoscenza delle Condizioni Generali:

Le condizioni generali di contratto sono vincolanti se l’altra parte le ha conosciute o avrebbe dovuto conoscerle con ordinaria diligenza al momento della conclusione del contratto.
Approvazione Specifica:

Alcune condizioni, come limitazioni di responsabilità, diritti di recesso, sospensione del contratto, e clausole compromissorie, devono essere specificamente approvate per iscritto dall’altra parte per essere valide.
Collegamento alla Professione di Psicologo e Psicoterapeuta
Trasparenza: Gli psicologi e psicoterapeuti devono garantire che i clienti siano ben informati e consapevoli delle condizioni del contratto.
Responsabilità e Clausole Speciali: Le clausole che limitano la responsabilità del professionista o che prevedono diritti di recesso devono essere chiaramente accettate dal cliente per iscritto.
Approvazione Scritta: Qualsiasi condizione contrattuale che influenzi i diritti del cliente, come proroghe tacite o risoluzioni di contenziosi, deve essere specificamente approvata per iscritto.
In sintesi, l’articolo richiede che le condizioni generali di contratto, specialmente quelle che limitano diritti o responsabilità, siano esplicitamente approvate dalle parti coinvolte.

Codice Civile 2043  

Articolo 2043: Risarcimento per fatto illecito.

Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno [2058]. Articolo 2043 Codice Civile
Responsabilità per Danno Ingiusto: Chi causa un danno ingiusto ad altri, sia con dolo (intenzionalmente) che con colpa (per negligenza o imprudenza), è obbligato a risarcire il danno.
Collegamento alla Professione di Psicologo e Psicoterapeuta
Responsabilità Professionale: Gli psicologi e psicoterapeuti devono agire con diligenza e competenza. Se causano danni ai pazienti per negligenza o intenzionalmente, sono obbligati a risarcirli.
Esempi: Errori professionali, come non seguire correttamente le linee guida o comportamenti dannosi, possono comportare la responsabilità per risarcimento.
In sintesi, i professionisti della salute mentale devono evitare di causare danni ai pazienti e rispondere per eventuali danni ingiusti causati con dolo o colpa.

Codice Civile 2048

 Art. 2048: Responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori e dei maestri d’arte.

Il padre e la madre, o il tutore sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati o delle persone soggette alla tutela, che abitano con essi. La stessa disposizione si applica all’affiliante.

I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.

Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità soltanto se provano di non aver potuto impedire il fatto [1900, 2047 comma 1, 2054].
L’articolo stabilisce che le persone che hanno la responsabilità di educare e sorvegliare altri (come genitori, tutori, insegnanti) sono responsabili dei danni causati dalle persone sotto la loro custodia. In pratica, se un bambino fa un danno, i genitori possono essere chiamati a risarcire il danno.

Cosa significa per gli psicologi:

Responsabilità limitata: Anche se uno psicologo potrebbe avere a che fare con minori (per esempio, in una terapia familiare) o con tirocinanti, la sua responsabilità è molto più limitata rispetto a quella dei genitori o degli insegnanti.
Supervisione: Se uno psicologo supervisiona un tirocinante, potrebbe essere chiamato a rispondere per i danni causati dal tirocinante solo se non ha fornito una supervisione adeguata.
Cautela: Gli psicologi devono comunque adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare che i loro pazienti causino danni a terzi, soprattutto se si tratta di minori.
In sintesi:

Mentre l’articolo si riferisce principalmente a figure come genitori e insegnanti, gli psicologi devono essere consapevoli che in alcune situazioni potrebbero essere chiamati a rispondere per i danni causati dai loro pazienti. Tuttavia, la loro responsabilità è molto più limitata rispetto a quella di chi ha un potere di controllo e di educazione più diretto.

Punti chiave da ricordare:

Responsabilità limitata: La responsabilità dello psicologo è limitata e subordinata alla dimostrazione di una sua colpa specifica.
Supervisione: Se uno psicologo supervisiona un tirocinante, deve assicurarsi di fornire una supervisione adeguata.
Precauzioni: Gli psicologi devono adottare tutte le precauzioni necessarie per evitare danni a terzi.

Codice Civile 2229
Art. 2229: Esercizio delle professioni intellettuali.

“La legge determina le professioni intellettuali [2068, 2956, n. 5] per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi o elenchi [2061].

L’accertamento dei requisiti per l’iscrizione negli albi o negli elenchi, la tenuta dei medesimi e il potere disciplinare sugli iscritti sono demandati [alle associazioni professionali], sotto la vigilanza dello Stato, salvo che la legge disponga diversamente [2642].

Contro il rifiuto dell’iscrizione o la cancellazione dagli albi o elenchi, e contro i provvedimenti disciplinari che importano la perdita o la sospensione del diritto all’esercizio della professione è ammesso ricorso in via giurisdizionale nei modi e nei termini stabiliti dalle leggi speciali.”
“L’articolo del codice civile che hai citato regola l’esercizio delle professioni intellettuali, tra cui quella dello psicologo e psicoterapeuta.

Punti chiave:

Iscrizione all’Ordine: Per esercitare queste professioni è obbligatorio iscriversi a un albo professionale specifico.
Requisiti: Per iscriversi, bisogna avere i titoli di studio e le competenze richieste.
Associazioni professionali: Gli albi sono gestiti da associazioni professionali, sotto la supervisione dello Stato.
Potere disciplinare: Le associazioni possono prendere provvedimenti disciplinari contro gli iscritti che non rispettano le regole.
Ricorso: Se non sei d’accordo con un provvedimento disciplinare, puoi fare ricorso al giudice.
In sintesi:

L’iscrizione all’Ordine degli Psicologi è fondamentale per gli psicologi e psicoterapeuti. Essa garantisce la qualità della professione e tutela i diritti dei pazienti.”

Codice Civile 2230
Art. 2230: Contratti di prestazione d’opera intellettuale

“Il contratto che ha per oggetto una prestazione d’opera intellettuale [202] è regolato dalle norme seguenti e, in quanto compatibili con queste e con la natura del rapporto, dalle disposizioni del capo precedente.

Sono salve le disposizioni delle leggi speciali.”
“Articolo 2230 Codice Civile:

Prestazione d’Opera Intellettuale: Regola i contratti in cui un professionista fornisce servizi basati sulle proprie competenze e conoscenze specialistiche.
Collegamento alla Professione di Psicologo e Psicoterapeuta:

Autonomia Professionale: Gli psicologi e psicoterapeuti operano con autonomia, utilizzando le loro competenze per migliorare il benessere psicologico dei pazienti.

Responsabilità Professionale: Sono tenuti a svolgere il loro lavoro con la dovuta diligenza e competenza.

Contratto d’Opera: Il rapporto tra psicologo e paziente è un contratto d’opera, dove il professionista fornisce prestazioni specifiche dietro corrispettivo.

Leggi Speciali: Esistono normative specifiche per gli psicologi, come il Codice Deontologico e le leggi sulla privacy, che integrano le disposizioni generali del contratto d’opera.

Implicazioni Pratiche per Psicologi e Psicoterapeuti:

Obbligo di Informazione: Devono fornire tutte le informazioni necessarie al paziente per una decisione consapevole sulla terapia.

Confidenzialità: Devono rispettare il segreto professionale, come previsto dal codice deontologico e dalle normative.

Consenso Informato: Devono ottenere il consenso informato del paziente prima di iniziare il trattamento.

Aggiornamento Continuo: Devono mantenere aggiornate le proprie competenze professionali.

Conclusione:

L’Articolo 2230 stabilisce il quadro normativo per la prestazione d’opera intellettuale, applicabile agli psicologi e psicoterapeuti, ma è necessario conoscere anche le normative specifiche e il codice deontologico per esercitare la professione in modo conforme.”

Codice Civile 2727

Art. 2727: Nozione. Le presunzioni sono le conseguenze che la legge o il giudice trae da un fatto noto per risalire a un fatto ignorato.  

Le presunzioni e lo psicologo

Che cosa sono le presunzioni? Sono delle “ipotesi” che i giudici utilizzano quando non hanno prove dirette.
Il ruolo dello psicologo: Lo psicologo fornisce le prove necessarie per costruire queste “ipotesi”.
Esempi: Valutazioni su capacità mentali, legami tra eventi traumatici e disturbi, o simulazioni di malattie.
Importanza: Le valutazioni dello psicologo sono cruciali per le decisioni giudiziarie.
Responsabilità: Lo psicologo ha una grande responsabilità, deve essere preciso e obiettivo.
In poche parole: Lo psicologo aiuta i giudici a capire situazioni complesse, come ad esempio se una persona è capace di intendere e di volere o se ha subito un trauma psicologico.

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Procedura Codice civile 191
Art. 191: Nomina di consulenti tecnici d’ufficio

Nei casi previsti dagli articoli 61 e seguenti  il giudice istruttore, con ordinanza ai sensi dell’articolo 183, quarto comma, o con altra successiva ordinanza , nomina un consulente, formula i quesiti e fissa l’udienza nella quale il consulente deve comparire [22 disp. att.] .Possono essere nominati più consulenti soltanto in caso di grave necessità o quando la legge espressamente lo dispone .
“Nomina del Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU):

Quando: La nomina avviene quando sono necessarie valutazioni tecniche specialistiche, come la stima di danni o l’analisi di documenti contabili.
Chi Nomina: Il giudice istruttore tramite un’ordinanza.
Come: Il giudice sceglie un esperto qualificato e imparziale nella materia specifica.
Compiti: Il CTU risponde ai quesiti del giudice fornendo una perizia tecnica per aiutare nella decisione.
Più di un CTU: Nomina di più CTU è possibile solo in casi eccezionali quando la questione è particolarmente complessa.
Importanza del CTU:

Imparzialità: Il CTU è neutrale e non legato a nessuna delle parti.
Competenza: Possiede conoscenze tecniche specifiche per valutare la questione.
Ausilio al Giudice: Fornisce un parere tecnico che aiuta il giudice a prendere una decisione motivata.
In sintesi, l’articolo 191 garantisce l’uso di esperti tecnici nei processi civili per assicurare decisioni giuste ed equa.”

Procedura Codice civile 197  

Articolo 197: Compiti del consulente tecnico

  Quando lo ritiene opportuno il presidente invita il consulente tecnico ad assistere alla discussione davanti al collegio e ad esprimere il suo parere in camera di consiglio in presenza delle parti, le quali possono chiarire e svolgere le loro ragioni per mezzo dei difensori .  L’articolo 197 del codice di procedura civile introduce un aspetto importante nel ruolo del consulente tecnico d’ufficio (CTU): la possibilità di partecipare alla discussione in camera di consiglio.

Cosa significa in pratica?

Quando il giudice ritiene che il parere del CTU sia fondamentale per comprendere a fondo la questione, può invitarlo a partecipare alla riunione privata in cui i giudici discutono e decidono il caso. In questo modo, l’esperto può chiarire eventuali dubbi dei giudici sulla sua perizia.

Perché è importante?

Chiarimenti: Il CTU può spiegare in modo più dettagliato i punti tecnici della sua perizia, assicurando che i giudici abbiano una comprensione completa della questione.
Contraddittorio: Le parti in causa, attraverso i loro avvocati, possono confrontarsi direttamente con il CTU, esponendo le proprie osservazioni e obiezioni.
Decisione più consapevole: Grazie al contributo del CTU, i giudici possono prendere una decisione più informata e motivata, basata su una valutazione accurata di tutti gli elementi del caso.
In sintesi, l’articolo 197 garantisce che il giudice possa avvalersi al meglio delle competenze del CTU, favorendo una decisione più giusta ed equa. La presenza dell’esperto in camera di consiglio assicura un maggiore approfondimento della questione e una migliore comprensione delle valutazioni tecniche.

Codice Penale 323
Art. 323: Abuso d’ufficio.

“[Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da uno a quattro anni.

La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno carattere di rilevante gravità.]

“L’articolo 323 punisce l’abuso d’ufficio: Questo reato riguarda i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che approfittano della loro posizione per ottenere vantaggi o arrecare danni ingiusti.

Come riguarda gli psicologi?

Psicologi nei servizi pubblici: Se lavorano in strutture pubbliche, sono soggetti a questa legge.
Collaborazioni con enti pubblici: Anche quando collaborano con enti pubblici, devono rispettare queste norme.
Violazione dei doveri deontologici: Anche se non è un reato specifico, può avere conseguenze disciplinari e legali.
Scenari possibili per gli psicologi:

Utilizzo improprio di risorse: Ad esempio, usare risorse pubbliche per scopi personali.
Favoritismi: Trattare alcuni pazienti in modo diverso dagli altri per ragioni personali.
Conflitto di interessi: Avere interessi personali che interferiscono con il lavoro.
Cosa devono fare gli psicologi?

Conoscere le norme: Essere a conoscenza delle leggi e dei regolamenti.
Essere trasparenti: Agire in modo chiaro e imparziale.
Documentare il lavoro: Tenere una documentazione accurata.
Formarsi continuamente: Aggiornare le proprie conoscenze.
In sintesi: Anche se gli psicologi non sono sempre considerati “”pubblici ufficiali””, devono essere consapevoli delle norme sull’abuso d’ufficio, soprattutto quando lavorano in contesti istituzionali. Il rispetto di queste norme è fondamentale per garantire la correttezza e la trasparenza della loro professione.”

Codice Penale 326
Art.326: Rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio
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“Il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio[358], che, violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualità, rivela notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Se l’agevolazione è soltanto colposa, si applica la reclusione fino a un anno.

Il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio, che, per procurare a sé o ad altri un indebito profitto patrimoniale, si avvale illegittimamente di notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, è punito con la reclusione da due a cinque anni. Se il fatto è commesso al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto non patrimoniale o di cagionare ad altri un danno ingiusto, si applica la pena della reclusione fino a due anni.

“L’articolo sul segreto d’ufficio e gli psicologi

L’articolo in questione punisce chi rivela informazioni riservate legate al proprio lavoro pubblico.

Come riguarda gli psicologi?

Psicologi nei servizi pubblici: Devono proteggere i dati dei pazienti.
Psicologi che collaborano con la giustizia: Devono mantenere il segreto sulle informazioni acquisite.
Psicologi ricercatori: Devono tutelare la privacy dei partecipanti agli studi.
Principi fondamentali:

Segreto professionale: È un obbligo deontologico fondamentale.
Consenso informato: Il paziente deve sapere cosa verrà fatto dei suoi dati.
Documentazione: Deve essere conservata in modo sicuro.
In sintesi: Gli psicologi, soprattutto quelli che lavorano in contesti pubblici o collaborano con la giustizia, devono essere particolarmente attenti a proteggere la privacy dei loro pazienti. Il rispetto del segreto professionale è essenziale per la fiducia nel rapporto terapeutico.”

Codice Penale 328
Art. 328: Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione.

“Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.

Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa.
Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.

Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l’atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a euro 1.032. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa.

“L’articolo 328 punisce chi, lavorando nel pubblico, rifiuta o ritarda a compiere un atto dovuto.

Come riguarda gli psicologi?

Psicologi nei servizi pubblici: Devono svolgere il loro lavoro in modo tempestivo e completo.
Relazioni con le istituzioni: Possono richiedere atti alle istituzioni, che devono essere evasi nei tempi previsti.
Diritto alla salute: Ritardi o rifiuti possono ledere il diritto del paziente a ricevere cure.
Esempi concreti:

Rifiuto di certificati: Non rilasciare certificazioni necessarie.
Ritardi nei provvedimenti: Ritardare l’attuazione di decisioni importanti.
Omissione di segnalazioni: Non segnalare situazioni di pericolo.
In sintesi:

Anche se gli psicologi non sono sempre considerati “”pubblici ufficiali””, devono essere consapevoli di questo articolo. Esso sottolinea l’importanza di svolgere il proprio lavoro in modo efficiente e tempestivo, soprattutto quando è in gioco il benessere delle persone.”

Codice Penale 361  

Art. 361: Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale.

Il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare all’Autorità giudiziaria, o ad un’altra Autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516.

La pena è della reclusione fino ad un anno, se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria [c.p.p. 57], che ha avuto comunque notizia di un reato del quale doveva fare rapporto [c.p.p. 330-332, 347].

Le disposizioni precedenti non si applicano se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa. L’articolo in questione riguarda l’obbligo di denunciare un reato. Chiunque lavori nel pubblico (come gli psicologi in strutture pubbliche) deve segnalare alle autorità se viene a conoscenza di un reato, come maltrattamenti o abusi.

Per gli psicologi:

Obbligo di denuncia: Se uno psicologo, soprattutto se lavora nel pubblico, viene a conoscenza di un reato durante il suo lavoro, ha l’obbligo di denunciarlo.
Conflitto tra segreto professionale e denuncia: A volte, la necessità di denunciare un reato può entrare in conflitto con il segreto professionale. In questi casi, lo psicologo deve valutare attentamente la situazione e dare priorità alla tutela della vittima.
Psicologi liberi professionisti: Anche se non hanno un obbligo legale, è importante che segnalino eventuali reati di cui vengono a conoscenza.
In sintesi:

L’articolo sottolinea l’importanza di proteggere le vittime e di collaborare con la giustizia. Gli psicologi, in particolare quelli che lavorano nel pubblico, hanno un ruolo fondamentale in questo senso.

Codice Penale 362

Art. 362: Omessa denuncia di reato da parte di un incaricato di pubblico servizio. L’incaricato di un pubblico servizio, che omette o ritarda di denunciare all’Autorità indicata nell’articolo precedente un reato del quale abbia avuto notizia nell’esercizio o a causa del servizio [c.p.p. 330-332, 347], è punito con la multa fino a euro 103.

Tale disposizione non si applica se si tratta di un reato punibile a querela della persona offesa [120] né si applica ai responsabili delle comunità terapeutiche socio-riabilitative per fatti commessi da persone tossicodipendenti affidate per l’esecuzione del programma definito da un servizio pubblico.
Articolo 362:

Reato: Omessa denuncia di reato da parte di incaricati di un pubblico servizio.
Pena: Multa.
Soggetti: Incaricati di un pubblico servizio, inclusi psicologi in strutture accreditate.
Esclusioni: Non si applica ai reati dei pazienti tossicodipendenti in comunità terapeutiche.
Implicazioni per Psicologi:

Obbligo di denuncia: Psicologi devono denunciare reati conosciuti durante il lavoro, salvo eccezioni.
Conflitto etico: Bilanciare il segreto professionale con la necessità di proteggere le vittime e garantire sicurezza.

Codice Penale 365
Art. 365: Omissione di referto.

“Chiunque, avendo nell’esercizio di una professione sanitaria prestato la propria assistenza od opera in casi che possono presentare i caratteri di un delitto per il quale si debba procedere d’ufficio, omette o ritarda di riferirne all’Autorità indicata nell’articolo 361, è punito con la multa fino a cinquecentosedici euro.

Questa disposizione non si applica quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale [384].”
“Articolo 365:

Obbligo di referto: I professionisti sanitari devono segnalare alle autorità competenti fatti che potrebbero costituire un reato.
Implicazioni per Psicologi:

Conflitto etico: Bilanciare il segreto professionale con l’obbligo di denuncia può essere problematico.
Valutazione difficile: Determinare se le informazioni ricevute costituiscano un reato può essere complesso.
Effetti sul rapporto: La segnalazione può compromettere la fiducia e il percorso terapeutico con il paziente.
Protezione delle vittime: L’obbligo di referto è particolarmente stringente per reati gravi, come gli abusi sui minori.
Aspetti pratici (cosa devono fare gli psicologi?):

Formazione: È necessaria per comprendere e gestire l’obbligo di referto.
Supervisione: Utile per affrontare le sfide etiche e le decisioni complesse.
Documentazione: Fondamentale per proteggere il paziente e il professionista.
Collaborazione: Con professionisti legali o sociali per una gestione efficace dei casi.
Conclusione:
Gli psicologi devono equilibrare la privacy del paziente con il dovere di referto, utilizzando formazione, supervisione e documentazione per affrontare queste sfide.”

Codice Penale 570

 Art. 570: Violazione degli obblighi di assistenza familiare.

Chiunque, abbandonando il domicilio domestico, o comunque serbando una condotta contraria all’ordine o alla morale delle famiglie, si sottrae agli obblighi di assistenza inerenti alla responsabilità genitoriale, alla tutela legale o alla qualità di coniuge [143, 146], è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa da centotre euro a milletrentadue euro.

Le dette pene si applicano congiuntamente a chi:

1) malversa o dilapida i beni del figlio minore [2] o del coniuge;
2) fa mancare i mezzi di sussistenza ai discendenti [540; 75] di età minore [2], ovvero inabili al lavoro, agli ascendenti [540; 75] o al coniuge, il quale non sia legalmente separato per sua colpa.
Il delitto è punibile a querela della persona offesa salvo nei casi previsti dal numero 1 e, quando il reato è commesso nei confronti dei minori, dal numero 2 del precedente comma.

Le disposizioni di questo articolo non si applicano se il fatto è preveduto come più grave reato da un’altra disposizione di legge.
L’articolo 570 del codice penale punisce chi abbandona o maltratta la propria famiglia.

Chi è coinvolto: Genitori, figli, coniugi.
Cosa si può punire: Abbandono, mancato sostegno economico, comportamenti dannosi per la famiglia.
Ruolo dello psicologo: Valutare il danno psicologico, testimoniare in tribunale, aiutare le vittime.
In poche parole: Lo psicologo aiuta a capire le conseguenze psicologiche di questi comportamenti e a sostenere le vittime.

Codice Penale 572
Articolo 572: Maltrattamenti contro familiari e conviventi.

“Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito con la reclusione da tre a sette anni.

La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso in presenza o in danno di persona minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità come definita ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero se il fatto è commesso con armi.

[La pena è aumentata se il fatto è commesso in danno di minore degli anni quattordici.]

Se dal fatto deriva una lesione personale grave, si applica la reclusione da quattro a nove anni; se ne deriva una lesione gravissima, la reclusione da sette a quindici anni; se ne deriva la morte, la reclusione da dodici a ventiquattro anni.

Il minore di anni diciotto che assiste ai maltrattamenti di cui al presente articolo si considera persona offesa dal reato.”
“L’articolo 572 punisce i maltrattamenti contro familiari o conviventi.

Cosa sono: Atti ripetuti nel tempo che ledono la persona (fisicamente, psicologicamente o moralmente).
Chi è coinvolto: Familiari, conviventi, persone sottoposte all’autorità dell’aggressore.
Conseguenze: Pene più severe se ci sono minori, donne incinta, disabili o se si usano armi.
Ruolo dello psicologo:
Valutazione: Capisce quanto male psicologico ha fatto il maltrattamento.
Testimonianza: Spiega in tribunale le conseguenze psicologiche.
Terapia: Aiuta le vittime a superare il trauma.
Prevenzione: Informa e sensibilizza sul tema.
Collaborazione: Lavora con altri professionisti (assistenti sociali, giudici).
In sintesi: Gli psicologi sono fondamentali per aiutare le vittime di maltrattamenti, per far capire la gravità di questi atti e per collaborare con la giustizia.”

Codice Penale 574

Art. 574:  Sottrazione di persone  incapaci.

Chiunque sottrae un minore degli anni quattordici, o un infermo di mente, al genitore esercente la responsabilità genitoriale, al tutore [346], o al curatore [424], o a chi ne abbia la vigilanza o la custodia, ovvero lo ritiene contro la volontà dei medesimi, è punito, a querela del genitore esercente la responsabilità genitoriale, del tutore o del curatore [120], con la reclusione da uno a tre anni.

Alla stessa pena soggiace, a querela delle stesse persone, chi sottrae o ritiene un minore che abbia compiuto gli anni quattordici, senza il consenso di esso, per fine diverso da quello di libidine o di matrimonio.

Si applicano le disposizioni degli articoli [525] e [544] [c.p.p. 689]. L’articolo 574 del codice penale punisce chi sottrae un minore o un incapace.

Perché è importante per gli psicologi:
Gli psicologi spesso sono i primi a notare segnali di pericolo.
Hanno l’obbligo di segnalare eventuali casi alle autorità.
Collaborano con le istituzioni per proteggere i minori e gli incapaci.
Cosa devono fare gli psicologi:
Essere formati per riconoscere le situazioni a rischio.
Sensibilizzare i pazienti sull’importanza di proteggere i minori.
Rispettare il segreto professionale, ma anche segnalare quando necessario.
Collaborare con altri professionisti.
In sintesi: Gli psicologi hanno un ruolo fondamentale nella protezione dei minori e degli incapaci. Devono essere preparati a riconoscere le situazioni di rischio e a collaborare con le autorità per garantire la tutela di queste persone.

Codice Penale 589
Art. 589: Omicidio colposo

“Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Se il fatto è commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni.

Se il fatto è commesso nell’esercizio abusivo di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di un’arte sanitaria, la pena è della reclusione da tre a dieci anni.

[Si applica la pena della reclusione da tre a dieci anni se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale da:

1) soggetto in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell’articolo 186, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni;
2) soggetto sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope.]
Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone , si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici.
Chiunque cagiona per colpa [la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.

Se il fatto è commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni.

Se il fatto è commesso nell’esercizio abusivo di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di un’arte sanitaria, la pena è della reclusione da tre a dieci anni.

[Si applica la pena della reclusione da tre a dieci anni se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale da:

1) soggetto in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell’articolo 186, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni;
2) soggetto sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope.]
Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone , si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici.”
“L’articolo 589 punisce chi causa involontariamente la morte di una persona.

Chi può essere coinvolto: Chiunque, anche un professionista come uno psicologo.
Quando si applica: In caso di negligenza, imprudenza o violazione di regole.
Conseguenze per gli psicologi:
Errori nella terapia: Prescrizioni sbagliate, terapie mal eseguite.
Suicidi: Se lo psicologo non ha fatto tutto il possibile per prevenire il gesto.
Cosa devono fare gli psicologi:
Aggiornamento continuo: Seguire sempre le ultime novità scientifiche.
Collaborazione: Lavorare con altri professionisti quando necessario.
Assicurazione: Proteggersi da eventuali responsabilità legali.
Etica: Mettere sempre il benessere del paziente al primo posto.
In sintesi: Anche gli psicologi possono essere coinvolti in casi di omicidio colposo, soprattutto se commettono errori nelle loro attività professionali. È quindi fondamentale che siano sempre aggiornati, prudenti e che collaborino con altri professionisti per garantire la sicurezza dei pazienti.”

Codice Penale 590  

Art. 590: Lesioni personali colpose.

Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a euro 309.

Se la lesione è grave la pena è della reclusione da uno a sei mesi o della multa da euro 123 a euro 619, se è gravissima, della reclusione da tre mesi a due anni o della multa da euro 309 a euro 1.239.

Se i fatti di cui al secondo comma sono commessi con violazione delle norme [sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle] per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena per le lesioni gravi è della reclusione da tre mesi a un anno o della multa da euro 500 a euro 2.000 e la pena per le lesioni gravissime è della reclusione da uno a tre anni.

Se i fatti di cui al secondo comma sono commessi nell’esercizio abusivo di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato o di un’arte sanitaria, la pena per lesioni gravi è della reclusione da sei mesi a due anni e la pena per lesioni gravissime è della reclusione da un anno e sei mesi a quattro anni.

Nel caso di lesioni di più persone si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse, aumentata fino al triplo; ma la pena della reclusione non può superare gli anni cinque.

Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo nei casi previsti nel primo e secondo capoverso, limitatamente ai fatti commessi con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro o relative all’igiene del lavoro o che abbiano determinato una malattia professionale.
L’articolo 582 del codice penale punisce chi ferisce qualcuno.

Non solo ferite fisiche: Include anche danni psicologici.
Responsabilità degli psicologi: Possono essere ritenuti responsabili se causano danni ai pazienti, ad esempio con terapie inadeguate o relazioni inappropriate.
Come proteggersi:
Aggiornamento continuo: Seguire le ultime ricerche e tecniche.
Etica: Rispettare le regole della professione.
Documentazione: Tenere una cartella clinica completa.
Collaborazione: Chiedere aiuto ai colleghi quando serve.
Assicurazione: Proteggersi economicamente.
In poche parole: Gli psicologi devono essere molto attenti a non danneggiare i loro pazienti. Per questo devono essere sempre aggiornati, seguire le regole etici e documentare bene il loro lavoro.

Codice Penale 593
Art. 593: Omissione di soccorso.

“Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un’altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all’Autorità è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a duemilacinquecento euro.

Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità.

Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata ; se ne deriva la morte, la pena è raddoppiata.”
“L’articolo 593 del codice penale punisce chi non aiuta una persona in difficoltà.

Perché le persone non aiutano? Paura, indifferenza, senso di impotenza, meccanismi psicologici.
Il ruolo dello psicologo:
Capire i motivi: Studiare le ragioni psicologiche dietro l’omissione di soccorso.
Aiutare le vittime: Offrire supporto psicologico a chi è stato ignorato.
Educare: Insegnare alle persone a reagire in situazioni di emergenza.
Collaborare con la giustizia: Fornire consulenze tecniche nei processi.
Aspetti etici:
Dovere morale: Ognuno ha il dovere di aiutare gli altri.
Responsabilità individuale: Ognuno è responsabile delle proprie azioni.
Limiti del segreto professionale: In caso di emergenza, il segreto può essere infranto.
In sintesi: L’omissione di soccorso è un problema complesso con radici psicologiche profonde. Gli psicologi possono aiutare a capire questo fenomeno e a trovare soluzioni per promuovere l’empatia e la solidarietà.”

Codice Penale 595
Art. 595: Diffamazione

“Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro.

Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a duemilasessantacinque euro.

Se l’offesa è recata col mezzo della stampa [57-58bis] o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico [2699], la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a cinquecentosedici euro.

Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio [342], le pene sono aumentate.”
“L’articolo 595 del codice penale punisce chi diffama una persona.

Per gli psicologi:
Riservatezza: Devono mantenere il segreto professionale e non divulgare informazioni sui pazienti.
Consenso informato: Devono chiedere il permesso al paziente per condividere qualsiasi informazione.
Documentazione: Devono proteggere la privacy dei pazienti nella documentazione clinica.
Social media: Devono evitare di condividere informazioni sui pazienti online.
Relazioni con colleghi: Devono mantenere la riservatezza anche con i colleghi.
Casi specifici:

Diagnosi: Non possono divulgare diagnosi che possano identificare i pazienti.
Commenti negativi: Non possono parlare male degli ex pazienti.
Casi clinici: Possono usare casi a scopo didattico solo se garantiscono l’anonimato.
In sintesi: Gli psicologi devono proteggere la reputazione dei loro pazienti. La violazione del segreto professionale può portare a conseguenze legali.”

Codice Penale 600

Art. 600: Riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù.

Chiunque esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà ovvero chiunque riduce o mantiene una persona in uno stato di soggezione continuativa, costringendola a prestazioni lavorative o sessuali ovvero all’accattonaggio o comunque al compimento di attività illecite che ne comportino lo sfruttamento ovvero a sottoporsi al prelievo di organi, è punito con la reclusione da otto a venti anni .

La riduzione o il mantenimento nello stato di soggezione ha luogo quando la condotta è attuata mediante violenza, minaccia, inganno, abuso di autorità o approfittamento di una situazione di vulnerabilità, di inferiorità fisica o psichica o di una situazione di necessità, o mediante la promessa o la dazione di somme di denaro o di altri vantaggi a chi ha autorità sulla persona .

[La pena è aumentata da un terzo alla metà se i fatti di cui al primo comma sono commessi in danno di minore degli anni diciotto o sono diretti allo sfruttamento della prostituzione o al fine di sottoporre la persona offesa al prelievo di organi.]
L’articolo in oggetto punisce chi costringe una persona a diventare schiava.

Ruolo dello psicologo:
Riconoscere: Identificare i segni di schiavitù nelle persone che si rivolgono a loro.
Segnalare: Avvisare le autorità se sospettano che qualcuno sia vittima di sfruttamento.
Valutare: Capire l’impatto psicologico sulle vittime.
Supportare: Aiutare le vittime a superare il trauma.
Testimoniare: Fornire prove in tribunale.
Prevenire: Educare le persone a riconoscere e prevenire lo sfruttamento.
Aspetti etici:
Tutela della vittima: Mettere sempre al primo posto il benessere della vittima.
Obiettività: Basare le valutazioni su prove scientifiche.
Riservatezza: Mantenere il segreto professionale, ma segnalare i pericoli.
Collaborazione: Lavorare con altre figure professionali.    

Aspetti Particolari:

Vulnerabilità: Le vittime sono spesso psicologicamente vulnerabili.
Relazione terapeutica: Essenziale per instaurare fiducia e superare il trauma.
Collaborazione interdisciplinare: Necessaria per un supporto completo.
In sintesi: Gli psicologi hanno un ruolo fondamentale nell’aiutare le vittime di schiavitù e sfruttamento. Devono essere in grado di riconoscere i segni di queste situazioni, offrire supporto psicologico e collaborare con le autorità per garantire giustizia.

Codice Penale 611
Art. 611: Violenza o minaccia per costringere a commettere reato
.
“Chiunque usa violenza [581] o minaccia per costringere o determinare altri a commettere un fatto costituente reato è punito con la reclusione fino a cinque anni.

La pena è aumentata [64] se concorrono le condizioni prevedute dall’articolo 339.”
“L’articolo 611 del codice penale punisce chi costringe qualcuno a commettere un reato.

Caratteristiche del reato:
Doppia natura: Sia violenza/minaccia che reato commesso dalla vittima.
Manipolazione: Uso di tecniche psicologiche per controllare la vittima.
Contesti vari: Può avvenire in famiglia, lavoro, relazioni, ecc.
Ruolo dello psicologo:
Riconoscere: Identificare i segni di violenza.
Valutare: Misurare il danno psicologico.
Supportare: Aiutare le vittime a guarire.
Collaborare: Lavorare con altre figure professionali.
Prevenire: Educare e sensibilizzare.
Aspetti etici:
Tutela della vittima: Priorità assoluta.
Segreto professionale: Rispettare la privacy, ma segnalare i reati.
Collaborazione: Lavorare in team.
In sintesi: La violenza privata è un reato grave con profonde conseguenze psicologiche. Gli psicologi sono fondamentali per aiutare le vittime a superare il trauma e ricostruire la propria vita.”

Codice Penale 612
Art.612: Minaccia.

“Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 1.032 euro.

Se la minaccia è grave o è fatta in uno dei modi indicati nell’articolo 339, la pena è della reclusione fino a un anno.

Si procede d’ufficio se la minaccia è fatta in uno dei modi indicati nell’articolo 339, ovvero se la minaccia è grave e ricorrono circostanze aggravanti ad effetto speciale diverse dalla recidiva, ovvero se la persona offesa è incapace, per età o per infermità.”
“L’articolo 612 del codice penale punisce chi minaccia qualcuno.

Per gli psicologi:
Ambiente sicuro: Devono creare un ambiente terapeutico privo di minacce.
Abuso di potere: Evitare qualsiasi comportamento che possa intimidire il paziente.
Danno al rapporto: Le minacce rovinano la fiducia tra terapeuta e paziente.
Responsabilità: Possono subire sanzioni disciplinari e legali.
Casi specifici:
Minaccia di interruzione: Non è giusto usare la terapia come ricatto.
Divulgazione di informazioni: Violare il segreto professionale è un reato.
Comportamenti intimidatori: Anche gesti o atteggiamenti possono essere minacciosi.
In sintesi: Gli psicologi devono garantire un ambiente sicuro e protetto ai loro pazienti. Qualsiasi forma di minaccia è inaccettabile e può avere gravi conseguenze.”

Codice Penale 622
Art. 622: Rivelazione di segreto professionale.

“Chiunque, avendo notizia, per ragione del proprio stato o ufficio, o della propria professione o arte, di un segreto, lo rivela, senza giusta causa, ovvero lo impiega a proprio o altrui profitto, è punito, se dal fatto può derivare nocumento, con la reclusione fino a un anno o con la multa da euro 30 a euro 516.

La pena è aggravata se il fatto è commesso da amministratori, direttori generali, dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, sindaci o liquidatori o se è commesso da chi svolge la revisione contabile della società.

Il delitto è punibile a querela della persona offesa.”
“L’articolo 622 del codice penale protegge i segreti professionali.

Per gli psicologi:

Obbligo di riservatezza: Devono mantenere segrete le informazioni dei pazienti.
Sanzioni: Violare il segreto è un reato.
Eccezioni: Possono rivelare informazioni solo in casi specifici (es. pericolo per la vita).
Consenso informato: Devono informare i pazienti sul segreto professionale.
Implicazioni Pratiche:
Documentazione: Mantenere una documentazione accurata e riservata delle sedute.
Ambiente Sicuro: Garantire uno spazio confidenziale per il paziente.
Formazione Continua: Aggiornarsi sulle normative relative alla privacy e gestione dei dati sensibili.
Assicurazione Professionale: Considerare una polizza assicurativa per protezione da responsabilità civili.
In sintesi: Il segreto professionale è fondamentale per gli psicologi. Proteggere la privacy dei pazienti è essenziale per un rapporto di fiducia e per un’efficace terapia.”

Codice Penale 323-Bis
Art. 323-Bis: Circostanze attenuanti.

“Se i fatti previsti dagli artt. 314, 314 bis, 316, 316 bis, 316 ter, 317, 318, 319, 319 quater, 320, 322, 322 bis e 346 bis sono di particolare tenuità, le pene sono diminuite.

Per i delitti previsti dagli articoli 318, 319, 319 ter, 319 quater, 320, 321, 322, 322 bis e 346 bis, per chi si sia efficacemente adoperato per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l’individuazione degli altri responsabili ovvero per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite, la pena è diminuita da un terzo a due terzi”
“L’articolo in oggetto riguarda la riduzione di pena per corruzione e concussione.

Collegamento con gli psicologi:

Psicologi nella pubblica amministrazione o nello studio privato: Possono essere coinvolti in questi reati.
Testimonianza: Possono essere chiamati a testimoniare.
Valutazioni psicologiche: Possono effettuare perizie su persone coinvolte.
Implicazioni per gli psicologi:

Integrità: Devono essere onesti e rispettare la legge.
Collaborazione: Devono collaborare con la giustizia quando necessario.
Protezione delle vittime: Possono aiutare le vittime di corruzione.
Aspetti etici:

Conflitti di interesse: Evitare situazioni che compromettano la loro imparzialità.
Segreto professionale: Rispettarlo, ma può essere derogato in alcuni casi.
In sintesi: Anche se l’articolo non parla direttamente degli psicologi, ha un impatto sulla loro professione. La conoscenza di questa norma li aiuta a comprendere meglio il contesto legale in cui operano e ad agire in modo etico.”

Codice Penale 589-Bis
Art. 589-Bis: Omicidio stradale

“Chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o della navigazione marittima o interna è punito con la reclusione da due a sette anni.

Chiunque, ponendosi alla guida di un veicolo a motore o di una delle unità da diporto di cui all’articolo 3 del codice della nautica da diporto, di cui al decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psicofisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope ai sensi rispettivamente degli articoli 186, comma 2, lettera c), e 187 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, nonché degli articoli 53 bis, comma 2, lettera c), e 53 quater del codice della nautica da diporto, di cui al decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, cagioni per colpa la morte di una persona, è punito con la reclusione da otto a dodici anni.

La stessa pena si applica al conducente di un veicolo a motore di cui all’articolo 186 bis, comma 1, lettere b), c) e d), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, o di un’unità da diporto di cui all’articolo 53 ter, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, il quale, in stato di ebbrezza alcolica ai sensi rispettivamente degli articoli 186, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e 53-bis, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, cagioni per colpa la morte di una persona.

Salvo quanto previsto dal terzo comma, chiunque, ponendosi alla guida di un veicolo a motore o di una delle unità da diporto di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, in stato di ebbrezza alcolica ai sensi rispettivamente degli articoli 186, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e 53-bis, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, cagioni per colpa la morte di una persona, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni.

La pena di cui al quarto comma si applica altresì:

1) al conducente di un veicolo a motore che, procedendo in un centro urbano ad una velocità pari o superiore al doppio di quella consentita e comunque non inferiore a 70 km/h, ovvero su strade extraurbane ad una velocità superiore di almeno 50 km/h rispetto a quella massima consentita, cagioni per colpa la morte di una persona;
2) al conducente di un veicolo a motore che, attraversando un’intersezione con il semaforo disposto al rosso ovvero circolando contromano, cagioni per colpa la morte di una persona;
3) al conducente di un veicolo a motore che, a seguito di manovra di inversione del senso di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi o a seguito di sorpasso di un altro mezzo in corrispondenza di un attraversamento pedonale o di linea continua, cagioni per colpa la morte di una persona.
Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti la pena è aumentata se il fatto è commesso da persona non munita di patente di guida o, ad eccezione delle ipotesi di cui al quinto comma, di patente nautica, ove prescritta, o con patente sospesa o revocata, ovvero nel caso in cui il veicolo a motore o l’unità da diporto sia di proprietà dell’autore del fatto e tale veicolo o unità da diporto sia sprovvisto di assicurazione obbligatoria.

Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti, qualora l’evento non sia esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione del colpevole, la pena è diminuita fino alla metà.

Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti, qualora il conducente del veicolo o dell’unità da diporto cagioni la morte di più persone, ovvero la morte di una o più persone e lesioni a una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni diciotto.”
“L’articolo sull’omicidio stradale introduce nuove pene per comportamenti pericolosi alla guida.

Ruolo dello psicologo:

Valutazioni: Possono valutare le condizioni psicologiche dei conducenti coinvolti.
Supporto alle vittime: Aiutano le vittime a superare il trauma.
Prevenzione: Promuovono comportamenti sicuri alla guida.
Testimoni esperti: Possono fornire consulenze in tribunale.
Aspetti etici:

Tutela della vittima: Priorità assoluta.
Obiettività: Valutazioni basate su prove scientifiche.
Riservatezza: Mantenere il segreto professionale.
Collaborazione: Lavorare con altri professionisti.
In sintesi: Gli psicologi hanno un ruolo importante nel contesto degli incidenti stradali, sia aiutando le vittime che prevenendo nuovi incidenti.”

Codice Penale 600-Bis
Art. 600-Bis: Prostituzione minorile.

“È punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 15.000 a euro 150.000 chiunque:

1) recluta o induce alla prostituzione una persona di età inferiore agli anni diciotto;
2) favorisce, sfrutta, gestisce, organizza o controlla la prostituzione di una persona di età inferiore agli anni diciotto, ovvero altrimenti ne trae profitto.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i quattordici e i diciotto anni, in cambio di un corrispettivo in denaro o altra utilità, anche solo promessi, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 1.500 a euro 6.000.”
“L’articolo punisce chi sfrutta sessualmente i minori.

Ruolo dello psicologo:

Riconoscimento: Identificare i segni di abuso sui minori.
Valutazione: Misurare il danno psicologico.
Supporto: Aiutare i minori a superare il trauma.
Testimonianza: Fornire consulenze in tribunale.
Prevenzione: Educare e sensibilizzare.
Collaborazione: Lavorare con altri professionisti.
Aspetti etici:

Tutela del minore: Priorità assoluta.
Obiettività: Valutazioni scientifiche.
Riservatezza: Proteggere la privacy del minore.
Collaborazione: Lavorare con la giustizia.
In sintesi: Gli psicologi hanno un ruolo fondamentale nel proteggere i minori vittime di sfruttamento sessuale, sia fornendo supporto diretto sia collaborando con le istituzioni.”

Codice Penale 600-Ter
Art. 600-Ter: Pornografia minorile.

“È punito con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da euro 24.000 a euro 240.000 chiunque:

1) utilizzando minori di anni diciotto, realizza esibizioni o spettacoli pornografici ovvero produce materiale pornografico;
2) recluta o induce minori di anni diciotto a partecipare a esibizioni o spettacoli pornografici ovvero dai suddetti spettacoli trae altrimenti profitto.
Alla stessa pena soggiace chi fa commercio del materiale pornografico di cui al primo comma.

Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui al primo e al secondo comma, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, diffonde o pubblicizza il materiale pornografico di cui al primo comma, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori degli anni diciotto, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 2.582 a euro 51.645.

Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui ai commi primo, secondo e terzo, offre o cede ad altri, anche a titolo gratuito, il materiale pornografico di cui al primo comma, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 1.549 a euro 5.164.

Nei casi previsti dal terzo e dal quarto comma la pena è aumentata in misura non eccedente i due terzi ove il materiale sia di ingente quantità.

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque assiste a esibizioni o spettacoli pornografici in cui siano coinvolti minori di anni diciotto è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 1.500 a euro 6.000.

Ai fini di cui al presente articolo per pornografia minorile si intende ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore di anni diciotto per scopi sessuali.

“L’articolo punisce la pornografia minorile, un reato grave che sfrutta i bambini.

Ruolo dello psicologo:

Riconoscimento: Identifica i segni di abuso sessuale nei minori.
Valutazione: Misura il danno psicologico.
Supporto: Aiuta i minori a guarire.
Prevenzione: Educa e sensibilizza.
Collaborazione: Lavora con le autorità.
Testimonianza: Fornisce consulenze in tribunale.
Aspetti etici:

Tutela del minore: Priorità assoluta.
Obiettività: Valutazioni scientifiche.
Riservatezza: Protegge la privacy del minore.
Collaborazione: Supporta la giustizia.
Problematiche specifiche:

Conseguenze a lungo termine: Danno psicologico profondo e duraturo.
Diffusione online: Rende difficile il tracciamento degli autori.
Nuove tecnologie: Facilitano la produzione e la diffusione.
In sintesi: Gli psicologi sono fondamentali per proteggere i minori vittime di pornografia, fornendo supporto e collaborando con le autorità.”

Codice Penale609-Bis
Art. 609-Bis: Violenza sessuale

“Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni.

Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali:

1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto;
2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona.
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi.”
“Analisi dell’Articolo:

Condotte Sanzionate: L’articolo punisce chi, attraverso violenza, minaccia o abuso di potere, costringe o induce altri a subire atti sessuali.
Pene: Le pene previste sono severe, riflettendo la gravità della violenza sessuale.
Ruolo della Psicologia:

Riconoscimento dei Segnali: Gli psicologi individuano segnali di violenza sessuale come disturbi del sonno, difficoltà relazionali, ansia e depressione.
Valutazione del Danno Psicologico: Valutano l’impatto del trauma sulla psiche della vittima, identificando le difficoltà specifiche.
Supporto Terapeutico: Offrono interventi per aiutare le vittime a elaborare il trauma, ricostruire l’autostima e riprendere il controllo della vita.
Collaborazione con il Sistema Giudiziario: Possono testimoniare in tribunale, fornendo valutazioni psicologiche utili per l’accertamento dei fatti e la determinazione della pena.
Prevenzione: Promuovono programmi educativi sulla sessualità, sul consenso e su relazioni rispettose.
Aspetti Peculiari della Violenza Sessuale:

Complessità del Trauma: Ha conseguenze a lungo termine che influenzano relazioni interpersonali, sfera sessuale e autostima.
Vergogna e Senso di Colpa: Le vittime spesso provano vergogna e senso di colpa, ostacolando la richiesta di aiuto e la denuncia.
Relazione di Aiuto: Una relazione sicura e protetta tra psicologo e vittima è essenziale per esprimere il dolore e ricevere supporto.
Sfide e Prospettive Future:

Smantellare Pregiudizi: Combattere stereotipi e promuovere una cultura del rispetto e del consenso.
Potenziare i Servizi: Garantire accesso a supporto psicologico e legale per le vittime.
Collaborare con le Istituzioni: Favorire cooperazione tra psicologi, forze dell’ordine e sistema giudiziario.
Investire nella Prevenzione: Promuovere programmi nelle scuole, famiglie e comunità.
Conclusione: L’articolo 609-bis tutela le vittime di violenza sessuale. La psicologia offre un supporto cruciale per superare il trauma e ricostruire la vita delle vittime.”

Codice Penale 609-Ter
Art. 609-Ter: Circostanze aggravanti

“La pena stabilita dall’articolo 609 bis è aumentata di un terzo se i fatti ivi previsti sono commessi:

1) nei confronti di persona della quale il colpevole sia l’ascendente, il genitore, anche adottivo, o il tutore;
2) con l’uso di armi o di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti o di altri strumenti o sostanze gravemente lesivi della salute della persona offesa;
3) da persona travisata o che simuli la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio;
4) su persona comunque sottoposta a limitazioni della libertà personale;
5) nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni diciotto;
5-bis) all’interno o nelle immediate vicinanze di istituto d’istruzione o di formazione frequentato dalla persona offesa;
5-ter) nei confronti di donna in stato di gravidanza;
5-quater) nei confronti di persona della quale il colpevole sia il coniuge, anche separato o divorziato, ovvero colui che alla stessa persona è o è stato legato da relazione affettiva, anche senza convivenza;
5-quinquies) se il reato è commesso da persona che fa parte di un’associazione per delinquere e al fine di agevolarne l’attività;
5-sexies) se il reato è commesso con violenze gravi o se dal fatto deriva al minore, a causa della reiterazione delle condotte, un pregiudizio grave;
5-septies) se dal fatto deriva pericolo di vita per il minore.
La pena stabilita dall’articolo 609 bis è aumentata della metà se i fatti ivi previsti sono commessi nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni quattordici. La pena è raddoppiata se i fatti di cui all’articolo 609 bis sono commessi nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni dieci.

“L’articolo 609-bis e le sue aggravanti delineano la gravità della violenza sessuale.

Le aggravanti evidenziano:

Relazioni di potere: Abuso di fiducia, violenza su minori.
Mezzi utilizzati: Armi, sostanze, false qualifiche.
Contesti: Scuole, donne in gravidanza.
Conseguenze: Pericolo di vita, reiterazione.
Ruolo dello psicologo:

Riconoscimento: Identifica i segni di violenza.
Valutazione: Misura il danno psicologico.
Supporto: Offre terapie specializzate.
Collaborazione: Aiuta il sistema giudiziario.
Prevenzione: Educa e sensibilizza.
Sfide etiche:

Tutela della vittima: Priorità assoluta.
Collaborazione: Rispettando la riservatezza.
Superare le resistenze: Creare un ambiente di fiducia.
In conclusione:

La violenza sessuale è un crimine complesso con conseguenze devastanti. Gli psicologi hanno un ruolo fondamentale nel supportare le vittime e prevenire questi reati.”

Codice Penale 615-Ter
Art. 615-Ter: Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico.

“Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni.

La pena è della reclusione da due a dieci anni:

1) se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato, o con abuso della qualità di operatore del sistema;
2) se il colpevole per commettere il fatto usa minaccia o violenza sulle cose o alle persone, ovvero se è palesemente armato;
3) se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento ovvero la sottrazione, anche mediante riproduzione o trasmissione, o l’inaccessibilità al titolare del sistema o l’interruzione totale o parziale del suo funzionamento, ovvero la distruzione o il danneggiamento dei dati, delle informazioni o dei programmi in esso contenuti.
Qualora i fatti di cui ai commi primo e secondo riguardino sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico, la pena è, rispettivamente, della reclusione da tre a dieci anni e da quattro a dodici anni.

Nel caso previsto dal primo comma il delitto è punibile a querela della persona offesa; negli altri casi si procede d’ufficio.”
“L’articolo 615-ter del codice penale, pur non essendo specifico per le professioni sanitarie, ha un impatto diretto sugli psicologi e gli psicoterapeuti.

Perché è rilevante?

Gestione dati: Gli psicologi raccolgono molti dati sensibili dei pazienti.
Comunicazione online: Le terapie si svolgono sempre più online.
Ricerca: Anche la ricerca psicologica utilizza dati sensibili.
Responsabilità: In caso di violazione, lo psicologo può essere ritenuto responsabile.
Implicazioni pratiche:

Sicurezza informatica: Proteggere i dati con password robuste, crittografia, aggiornamenti.
Consenso informato: Informare i pazienti sui rischi e sulle misure di sicurezza.
Privacy policy: Avere una politica chiara sulla gestione dei dati.
Collaborazione con esperti: Rivolgersi a esperti di cybersecurity.
Conclusioni:

La protezione dei dati dei pazienti è fondamentale per gli psicologi. L’articolo 615-ter è un monito a prestare attenzione alla sicurezza informatica.”